sabato 7 marzo 2009

E bravo Franceschini.

Mi e’ piaciuto il suo discorso, pulito essenziale, sobrio, netto. Se avra’ carattere e determinazione, forse e’ la persona giusta al momento giusto o per lo meno per questo momento. Dovra’ guardarsi molto dai notabili (Rutelli D’Alema, Marini in testa) e se puo’, capire che deve liberarsene quanto prima. Dovra’ puntare parecchio sulla riorganizzazione (quella di base sopratutto) e promuovere al massimo la natura federalista del Partito, procedendo ad un ricambio generalizzato dei dirigenti intermedi. Vanno scelti non per i trascorsi politici, ma esclusivamente per l’autorevolezza (non solo elettorale), rispetto alla societa’ reale e l’onesta’. Poi a breve, dovra’ dipanare alcune questioni fondamentali per l’identita’, come quella della laicita’ del Partito e della collocazione europea, compito che sarebbe impedito (pena la scissione), a qualunque leader dal passato comunista. Sul piano politico in questi mesi basta tenere la dritta. In Parlamento massimo rigore senza compromessi sulle porcherie del Governo in materia di intercettazioni, giustizia, scuola, sicurezza, testamento biologico. E per principio, difesa ad oltranza della Costituzione, della natura Parlamentare dello Stato e chiusura a priori su qualunque decretazione d’urgenza salvo calamita’ civili. Nel sociale, propaganda a 360gradi su tutte le malefatte dell’esecutivo. Sul piano economico, difesa dei piu’ deboli (pensionati poveri, salariati, stipendiati, precari disoccupati, sfrattati, extracomunitari e stranieri) e ricordare a tutti che la crisi non si affronta con le chiacchiere. Sostenere in modo intelligente Draghi (non come fece d’Alema con Fazio), unico potere “forte” in grado di condizionare il Governo, Epifani, obbiettivo certo di una delegittimazione istituzionale a tutto campo e riproporre fino alla noia la concertazione di prodiana memoria. Singolare il commento di Berlusconi ormai apertamente lanciato verso la beatificazione, all’elezione di Franceschini. Dopo un accanimento mediatico da lui promosso (Giornale, Il Tempo, Libero), che prevedeva lo sfascio, la scissione, la dissoluzione, ripiega su di una enigmatica dichiarazione: E’ solo il mio nono competitore. Un’altra battuta delle sue anche in questo caso? Certamente no visto che non ne ha la struttura. Una costatazione matematica? Neppure, perche’ il numero nove non mi ritorna rispetto a nessun elenco. Forse un sinistro messaggio in codice, rivolto a quel mondo, non sempre legale, che considera Mangano un eroe, Dell’Utri un galantuomo, Rai Tre un laboratorio di estremismo. Un mondo che partecipa alla stesura dei palinsesti dell’informazione, che ha ispirato i recenti attacchi al Capo dello Stato, alla centralita’ del Parlamento, che vuole una giustizia impotente per tutti i potenti. Se Franceschini riuscira’ a riaccendere la speranza, potrebbe anche evitare al congresso di autunno, di giocarsi il posto e di rimanere li’ per fare il resto.

San Pietroburgo, 22 febbraio 2009. Pierpaolo