venerdì 23 luglio 2010

Con Berlusconi al governo evasione fiscale da record.



Da Giornalettismo del 21 luglio 2010.

Il rapporto biennale dell’Istat conferma – nel silenzio dei tg e dei giornali – come dal 2008 l’evasione fiscale siano tornata nuovamente a crescere.

L’evasione fiscale, con il governo Berlusconi è tornata a crescere. Sembrerebbe una notizia apparentemente “Top secret”, almeno questa è l’opinione che ci siamo fatti dando un’occhiata ai vari telegiornali ed “organi d’informazione” che, praticamente all’unisono, hanno omesso questa notizia. Che in Italia una quota cospicua dei redditi venga, di fatto, elusa o evasa agli occhi del fisco non è certo una grossa novità. Si parla di qualcosa come 150-200 miliardi di euro (miliardo più, miliardo meno) ogni anno. Dieci volte tanto la manovra correttiva che il governo si appresta a varare colpendo, tanto per cambiare, i soliti noti mentre, ancora una volta, liscia il pelo ai furbi o, se vogliamo chiamarli con un aggettivo più consono alle loro pratiche, ai delinquenti. Sì, perché l’evasione – codice penale alla mano – è un crimine.

LO DICE L’ISTAT - L’Istat ha appena pubblicato la consueta analisi biennale dell’entità e della dinamica del sommerso economico. Si tratta di un indicatore assai significativo per capire gli andamenti dell’evasione fiscale, sebbene i due concetti siano solo parzialmente coincidenti. Il rapporto conferma come, nel suo insieme, il sommerso si è ridotto in tutto il periodo dal 2001 al 2007, ed è poi tornato a crescere nel 2008. Come noto, l’Istat fornisce la stima di un valore minimo e di un valore massimo del sommerso economico, ulteriormente scomposto nella somma di 3 componenti: il valore aggiunto sommerso da correzione del fatturato e dei costi intermedi, il valore aggiunto prodotto dai lavoratori irregolari e, infine, una componente statistica di correzione. Tra il 2001 e il 2007 il sommerso economico, nel suo insieme, si è costantemente ridotto in quota di Pil, passando dal 18,5% del 2001 al 15,9% del 2007 (secondo l’ipotesi minima) e dal 19,7% del 2001 al 17,2% del 2007 (secondo l’ipotesi massima). Nel 2008, invece, si è assistito ad una pericolosa inversione di tendenza: il sommerso economico sale al 16,3% del Pil (ipotesi minima) e al 17,5% (ipotesi massima).

I NUMERI E GRAFICI PARLANO CHIARO – Nel grafico è riportato l’andamento dell’economia sommersa secondo le stime dell’Istat nel periodo tra il 2000 e il 2008. Le riduzioni repentine che si evidenziano dal grafico intorno al 2002 e poi man mano graduali, si spiegano con l’adozione, sempre in quell’anno, per mano del vecchio governo Berlusconi dell’ennesima sanatoria sul lavoro irregolare. Nel 2006, invece, si registra l’effetto della riduzione (in termini relativi) della componente di correzione del fatturato e dei costi intermedi . L’incremento del 2008 vale circa 0,3-0,4 punti di Pil, pari, in termini assoluti, a 8-9 miliardi, quindi, data una pressione fiscale del 42%, ad un minor gettito per poco meno di 4 miliardi di euro. L’evasione nel 2008 è determinata in gran parte dalla “correzione del fatturato e dei costi intermedi”. Si tratta della componente del sommerso economico più direttamente legata all’evasione fiscale in senso proprio. Infatti, i 9 miliardi di incremento del valore aggiunto sommerso sono imputati dall’Istat esclusivamente a questa componente, che è aumentata dai 143,9 miliardi del 2007 ai circa 153 miliardi del 2008. Le altre due componenti, invece, sono rimaste sostanzialmente stabili.

IL NENS LO CONFERMA - “Questa composizione – spiegano gli esperti economici del Nens - è particolarmente interessante ai fini della stima dell’evasione fiscale. Infatti, la stima della componente di correzione del fatturato e dei costi intermedi si basa su ipotesi particolarmente prudenti. Ad esempio, si assume che la remunerazione di un addetto indipendente (imprenditore, suoi familiari e coadiutori) sia non inferiore rispetto a quella dell’addetto dipendente, il che corrisponde evidentemente ad una sottovalutazione. Infatti, appare plausibile ipotizzare che in molti casi la remunerazione effettiva per gli addetti indipendenti sia superiore a quella dei dipendenti“. Per queste ragioni, l’Istat sostanzialmente conferma la precedente stima fatta dall’istituto economico fondato da Vincenzo Visco e Pier Luigi Bersani, secondo il quale “l’evasione è aumentata di almeno 4-5 miliardi di euro solo ai fini IVA nel corso del 2008“.

PER IL 2009 MANCANO ANCORA I DATI – Purtroppo, i dati disponibili fanno pensare che la situazione non sia apprezzabilmente migliorata nel 2009. “Pur con le difficoltà di quantificazione insite in un anno di anomala riduzione del Pil nominale - conferma il Nens - anche nel 2009 il gettito dell’Iva si è ridotto in misura sensibile. A ciò si aggiunga il fatto che, secondo i dati dell’Istat, nel 2009 è aumentato anche sensibilmente il tasso di irregolarità del lavoro, passato dall’11,9 al 12,2%“. Sul fronte della lotta al sommerso e all’evasione, dunque, i numeri disponibili smentiscono l’ottimismo e i “grandi risultati” più volte sbandierati dal governo attuale e riverberati senza alcuna verifica dai media.

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