lunedì 24 maggio 2010

Le bugie del Governo sulla crisi


Sandro Trento sul blog Italia dei Valori del 23 maggio 2010.

Da oltre un anno il Governo continua a raccontante la favola che l'economia italiana è messa meglio di quelle degli altri paesi europei e che l'Italia ha risentito meno di altri della crisi finanziaria.
In realtà, nel 2009, il Prodotto interno lordo del nostro Paese è diminuito di oltre 5 punti percentuali, il tasso di disoccupazione è in continuo aumento e migliaia di imprese hanno chiuso i battenti perché non più in grado di operare.
La situazione è difficile anche dal punto di vista della finanza pubblica. Il debito pubblico italiano, di cui abbiamo già parlato in alte occasioni, è arrivato al livello record del 120% del prodotto interno lordo. E ora, da alcuni giorni, il ministro Tremonti ha annunciato la necessità di una manovra correttiva.
Si parla di una manovra che per il biennio 2011-2012 dovrà raccogliere circa 25 miliardi di euro, quasi 2 punti di Pil. Dunque, non era vero che le cose andavano bene. Non era vero che era tutto quanto in ordine, poiché c'è bisogno di 25 miliardi in due anni.
Crediamo che sia essenziale, a questo punto, avere il coraggio di dire la verità agli italiani.
La prima questione da dire è che cresciamo troppo poco e da troppi anni. Anche quest'anno cresceremo al massimo di un punto percentuale.
Poi c'è la spesa pubblica. Quella italiana è in aumento. Nel solo 2009 la spesa pubblica è stata pari a 52 punti percentuali del prodotto interno lordo, con un aumento di tre punti rispetto al 2008. Questo indicatore include anche la spesa per interessi che da sola è pari al 4,6% del Pil. Sottraendola alla spesa pubblica, avremo circa il 48% del Pil: un record assoluto nella storia della Repubblica Italiana.
Questo ci dice che la destra al Governo fa aumentare la presenza dello stato nell'economia, fa aumentare la spesa pubblica e riduce la spesa corrente.
Il terzo punto su cui riflettere è che di fatto abbiamo dilapidato l'intero risparmio di spesa che c'era derivato dall'ingresso nell'euro. Con l'entrata nella moneta unica l'Italia aveva beneficiato di tassi di interesse più bassi rispetto al passato e questo risparmio lo abbiamo completamente bruciato. Non lo abbiamo più.
Un elemento di preoccupazione, a questo punto, è dato dal fatto che i tassi stanno per tornare a crescere e questo avrà un inevitabile impatto negativo sulla spesa pubblica.
E' il momento di dire agli italiani che l'economia non cresce, che siamo messi peggio degli altri Paesi, che la spesa pubblica è arrivata a un livello insostenibile, che probabilmente ci sarà un effetto negativo legato ai tassi.
E' indispensabile che il governo si presenti alle Camere e ammetta la necessità di un piano di risanamento della finanza pubblica (ma non un provvedimento abborracciato come quello che sta preparando Tremonti) e di un piano per consentire all'economia italiana di ritornare a crescere.
Noi pensiamo che il Governo non avrà il coraggio di parlare agli italiani e continuerà a raccontare favole con grave pregiudizio per le prospettive nostre e dei nostri figli.

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