lunedì 14 settembre 2009

Escort e veleni, sullìitalia incubo del cordone diplomatico

Escort e veleni, sullìitalia incubo del cordone diplomatico

Umberto De Giovannangeli sull'Unita' de 13 - 09 - 2009
Lo spettro del cordone diplomatico prende forma dai sempre più allarmati rapporti che dalle ambasciate italiane in Europa arrivano sul tavolo del ministro degli Esteri, Franco Frattini. Lo spettro si manifesta nei report, altrettanto preoccupati, che dall’ambasciata americana a Roma giungono al Dipartimento di Stato Usa.

La tesi del complotto della stampa straniera ordito contro il Cavaliere scomodo non regge più. L’imbarazzo dei leader europei, come della Casa Bianca, si sta trasformando in qualcosa di ben più pesante: nell’isolamento di un alleato improponibile, nella marginalizzazione dell’Italia dagli incarichi (Ue) che contano e dalle partite più impegnative che si giocano sullo scacchiere internazionale (dall’Afghanistan all’Iran, al Medio Oriente). Non è più solo una questione di poltrone. Il «cordone diplomatico» è anche altro: è centellinare informazioni delicate ad un alleato-premier la cui affidabilità mostra pesanti crepe.

Lo spettro del «cordone diplomatico» è legato ad un concetto che si fa sempre più strada negli ambienti diplomatici europei: la ricattabilità di Silvio Berlusconi. Annotava nei giorni scorsi il Times: «Alcune delle ragazze (coinvolte nello scandalo delle escort, ndr) vengono dall’Europa dell’Est. Cosa succederebbe se una potenza straniera decidesse di sfruttare questa vicenda pacchiana? Non è solo la preoccupazione di Roma, l’Italia è anche un importante partner occidentale della Nato, nei Balcani e in Afghanistan. Le buffonate del premier preoccupano e imbarazzano tutti gli amici del suo Paese».

Quello del quotidiano londinese è un articolo bene informato. Che raccoglie umori dominanti non solo a Downing Street o al Foreign Office ma anche in altre capitali europee: certo a Berlino, a Parigi, Madrid. La prima traduzione concreta di questo «cordone diplomatico» si è già manifestata. Il Times fa riferimento all’Afghanistan. Non a caso. Ebbene, l’Italia è stata esclusa dall’iniziativa di Gran Bretagna, Germania e Francia che insieme hanno chiesto formalmente al segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon di indire una conferenza internazionale per rilanciare l’azione internazionale in quel Paese. Quell’esclusione è uno smacco per l’Italia, tanto più se rapportato al nostro impegno militare sul fronte afghano.

Un segnale. Un avvertimento. Tanto più significativo, dice all’Unità una fonte diplomatica a Bruxelles, perché due dei tre «congiurati», il presidente francese Nicolas Sarkozy e la cancelliera tedesca Angela Merkel, erano stati recentemente annoverati dal Cavaliere tra i suoi «amici internazionali» più cari e affidabili. E ancor prima, ricorda la fonte, c’era stato il «niet» alla richiesta italiana, reiterata da Berlusconi e Frattini, di entrare a far parte del Gruppo 5+1 (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania) che gestisce il dossier nucleare iraniano. Il «cordone diplomatico» è in atto. E può prendere forme da incubo: bilaterali rinviati, o annullati, per improvvisi forfait dei partner, informazioni centellinate.

Il Cavaliere reagisce agli articoli della stampa estera scatenando la «guerra delle querele». Che rischia di essere per lui un campo minato. Le sue denunce, avverte il Wall Street Journal, «potranno trattenere alcuni giornali da criticare Berlusconi per le sue storie con giovani donne, ma potrebbero spingere la stampa internazionale a occuparsi maggiormente di questioni che possono ben più danneggiare la sua reputazione, come le sue relazioni con Tripoli e Teheran, gli effetti del suo nazionalismo economico». Amicizie e affari pericolosi, lascia intendere il più importante quotidiano finanziario al mondo. L’imbarazzo è il passato. Il presente-futuro è l’isolamento internazionale.

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